La storia, il territorio, la tradizione

Barottoli

Barottoli è un casolare di antichissima costruzione, risalente al XII secolo; è circondato in ogni suo lato dalle splendide crete senesi e si erge sopra un’altura dalla quale domina tutta la vallata circostante: il paesaggio infatti che si presenta a “chi guarda” dalla sua terrazza panoramica, lascia sempre “senza parole”.

Barottoli deve il suo nome ad un Conte “Baroti” della “Scialenga”: l’origine di questo casolare è legata infatti alla famiglia degli Scialenghi ed ai Conti Baroti.
Nell’XI secolo, gli Scialenghi, una consorteria signorile, esercitarono il proprio potere politico-militare su una vasta area del territorio senese-aretino; a partire dal XII secolo, in seguito ad una serie di lotte dinastiche, l’originario nucleo familiare degli Scialenghi si suddivise poi in una serie di ramificazioni parentali.
Questo avvenimento comportò, di conseguenza, anche la frammentazione del loro patrimonio, così alcune proprietà ed alcune terre degli Scialenghi passarono ad una loro diretta ramificazione parentale, i Conti Baroti.
Durante i secoli successivi al XII, sia i Conti Baroti, sia i proprietari che si susseguirono, apportarono modifiche alla struttura del casolare per scopi di loro interesse e che lo stesso, ancora oggi, mostra in modo chiaro ed inequivocabile.
Per esempio, la sua struttura massiccia, composta da un nucleo centrale che si dirama in un’ala est ed in un’ala ovest e la splendida torretta, indicano come, nel periodo feudale, l’edificio sia stato adibito a “piccola fortezza” di controllo del territorio circostante.

Dal 1600 fino al 1800, il casolare è stato poi abitato da grandi famiglie, composte anche da 11 persone che lavoravano la terra annessa all’edificio e curavano il bestiame: l’uso abitativo di Barottoli fece in modo che venissero realizzati un forno a mattoni esterno, un balconcino a due archi ed anche un grande camino interno: queste strutture sono ancora oggi visibili ed integrate nella sua splendida e particolare “forma” di piccola fortezza.

Il pozzo di butto

L’ipogeo, ovvero la costruzione sotterranea studiata e rilevata dagli archeologi Dott. Brogi Francesco e Dott.ssa Rubegni Elisa ha la struttura di un “pozzo di butto” a pareti verticali: questa tipologia di cavità sotterranea è attestata già nel periodo medioevale ed ogni abitazione la possedeva poiché serviva per gettarvi ossa e rifiuti solidi inorganici.
Tra i graffiti rinvenuti all’interno del “pozzo di butto” si scorge chiaramente un volto umano e due lettere B che probabilmente richiamano il nome dello stesso luogo (Barottoli); vi sono inoltre alcuni “segni” che però sono di difficile interpretazione, come per esempio delle linee ondulate. Questi graffiti sono databili almeno ad un secolo fa (XX secolo) e tale ipotesi è sostenibile, poiché le due lettere B presenti all’interno del “pozzo di butto” hanno una struttura abbastanza moderna ma sicuramente non attuale.